• La température record enregistrée à New Delhi peut-être due à une « erreur » de capteur Radio Canada - AFP

    Les services météorologiques indiens ont annoncé que la température record enregistrée mercredi dans la capitale New Delhi pourrait être due à un défaut dans l’instrument de mesure.

    La station météo de Mungeshpur, située dans la banlieue de New Delhi, a “signalé une température de 52,9 degrés Celsius, une anomalie par rapport à d’autres stations”, a relevé le Département météorologique indien dans un communiqué.

    “Ceci pourrait être dû à une erreur au niveau du capteur ou à un facteur local”, a-t-il poursuivi, soulignant qu’il examinait “les données et les capteurs”.


    Cet organisme a expliqué qu’il gérait cinq sites majeurs de surveillance météorologique et 15 stations météorologiques automatiques, dont celle de Mungeshpur, effectuant des relevés de températures et de précipitations dans toute la capitale, qui compte plus de 30 millions d’habitants.

    Hormis celui de Mungeshpur, ces sites ont enregistré mercredi une température maximale à New Delhi qui “variait entre 45,2 °C et 49,1 °C”, a signalé le Département météorologique.

    Mardi, deux stations de la ville, celles de Mungeshpur et de Narela, ont fait état d’une température de 49,9 degrés Celsius.

    On ignore si ce chiffre est également remis en question.
    “La température dans les zones urbaines varie d’un endroit à l’autre”, ont insisté mercredi les services météorologiques, disant que ces variations pourraient être dues à des facteurs tels que la proximité de plans d’eau, de parcs ou d’une grande densité de logements.

    En 2022, la température à New Delhi a atteint un pic de 49,2 °C.
    . . . . . .

    #Climat #it_has_begun #collapsologie #fin_du_monde #températures #thermomètres #capteurs #Inde #New_Delhi

    Suite et Source : https://ici.radio-canada.ca/nouvelle/2076416/record-temperature-inde-new-delhi

  • Le #débit des #rivières se transforme complètement dans tous les pays de l’hémisphère Nord

    Le réchauffement climatique n’a pas seulement des conséquences sur les températures, les précipitations et la fonte des glaciers. Il modifie également le débit des rivières, selon une nouvelle étude publiée dans la revue Science. La différence de débit entre l’#hiver et le #printemps est de moins en moins grande, ce qui risque d’affecter tout l’écosystème.

    Une équipe d’hydrologues anglais a analysé le débit des rivières dans environ 10 000 stations réparties sur l’ensemble du monde au cours des 35 dernières années (https://www.science.org/doi/10.1126/science.adi9501). Ils ont découvert que toutes les régions de l’#hémisphère_Nord étaient concernées par un changement au #niveau_du_débit des #fleuves et rivières. Les débits affichent en effet une tendance à la baisse au printemps et une tendance à la hausse l’hiver, une situation complètement inversée par rapport au cycle naturel sur :

    - 40 % des stations d’Amérique du Nord ;
    – 32 % des stations de Sibérie du Sud ;
    – 19 % des stations du nord de l’Europe.

    Ces mesures prennent en compte les débits naturels, et ont exclu les débits modifiés par des barrages ou autres aménagements qui fausseraient les résultats. L’hémisphère Sud semble bien moins touché par ces changements de débits, à l’exception du sud-est du Brésil qui affiche des extrêmes encore plus marqués entre l’hiver et le printemps.

    En cause, la fonte précoce des neige et la croissance en avance des végétaux

    D’où vient cette évolution étonnante dans l’hémisphère Nord ? Principalement de la #fonte_des_glaces en #Arctique, précisent les chercheurs, et de la #fonte_des_neiges plus précoce en fin d’hiver, qui augmentent les débits l’hiver. Le décalage de la saison de croissance des plantes joue aussi un rôle : la hausse des #températures permet aux plantes de pousser plus tôt dans la saison et d’absorber plus de précipitations, ce qui contribue à la réduction du débit des rivières. C’est donc la variation naturelle des rivières au cours des #saisons qui est chamboulée. Les conséquences sur la biodiversité qui dépend de ces rivières n’ont pas encore été évaluées et cela fera l’objet d’études futures.

    https://www.futura-sciences.com/planete/actualites/rechauffement-climatique-debit-rivieres-transforme-completement-tou
    #climat #changement_climatique #chiffres #statistiques

  • La siccità e le politiche israeliane assetano i contadini palestinesi

    La crisi idrica ha stravolto l’economia del villaggio di #Furush_Beit_Dajan, in Cisgiordania: la tradizionale coltivazione di limoni ha lasciato spazio a serre di pomodori. E lo sfruttamento intensivo rischia di impoverire ulteriormente la terra

    Il telefono squilla incessantemente nello studio di Azem Hajj Mohammed. Il sindaco di Furush Beit Dajan, un villaggio agricolo nel Nord della Cisgiordania, ha lavorato tutta la notte per cercare di identificare due uomini del vicino villaggio di Jiftlik che, sfruttando l’oscurità, si sarebbero allacciati illegalmente alla rete di distribuzione idrica. Secondo la regolamentazione di epoca ottomana, gli abitanti di Furush Beit Dajan hanno diritto al 10% dell’acqua estratta dal pozzo artesiano situato a Nord del villaggio, mentre il 90% spetta a Jiftlik. Ma quando la pressione dell’acqua è bassa, alcuni residenti che ritengono di non riceverne abbastanza si allacciano illegalmente ai tubi, generando tensioni in questa comunità dove l’agricoltura è la principale fonte di reddito per nove abitanti su dieci.

    “Devo individuare rapidamente i responsabili e trovare una mediazione prima che il furto sfoci in un conflitto tra famiglie e che intervenga l’esercito israeliano -spiega il sindaco in un momento di pausa tra due chiamate-. Nessuno vuole autodenunciarsi. Dovrò visionare i filmati delle telecamere di sorveglianza, trovarli e andare a parlarci”, dice a un suo collaboratore. Il viso è segnato dalle occhiaie, dalla fatica e dallo stress accumulati per amministrare un villaggio la cui esistenza affoga in un paradosso: nonostante sorga su una ricca falda, l’acqua è centellinata goccia per goccia. Le restrittive politiche israeliane in materia, aggravate dalla siccità nella Valle del Giordano, hanno causato una profonda crisi idrica che ha stravolto l’economia del luogo, portando i contadini a optare per l’agricoltura intensiva.

    Se Azem Hajj Mohammed è così preoccupato è perché l’accesso all’acqua garantisce la pace sociale a Furush Beit Dajan. Il villaggio si era costruito una reputazione e una posizione sul mercato agricolo palestinese grazie alle floride distese di alberi di limone, piante molto esigenti in termini di fabbisogni idrici. “Il profumo avvolgeva il villaggio come una nuvola. L’acqua sgorgava liberamente, alimentava i campi e un mulino. I torrenti erano così tumultuosi che i bambini rischiavano di annegare”, ricorda l’agricoltore ‘Abd al-Hamid Abu Firas. Aveva diciannove anni quando nel 1967 gli israeliani consolidarono il loro controllo sul territorio e le risorse idriche in Cisgiordania dopo la Guerra dei sei giorni. Da allora, l’acqua ha iniziato a ridursi.

    Nel 1993 gli Accordi di Oslo hanno di fatto conferito a Israele la gestione di questa risorsa, che oggi controlla l’80% delle riserve idriche della Cisgiordania. Le Nazioni Unite stimano che gli israeliani, compresi i coloni, abbiano accesso in media a 247 litri d’acqua al giorno, mentre i palestinesi che vivono all’interno dell’Area C, sotto controllo militare, si devono accontentare di venti litri. Solo un quinto del minimo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità.

    Il progressivo esaurimento delle falde e le crescenti esigenze idriche delle vicine colonie israeliane di Hamra e Mekhora hanno spinto gli agricoltori a una scelta radicale: abbandonare le varietà di limoni autoctone per sostituirle gradualmente con le coltivazioni verticali e pomodori in serra, che presentano un rapporto tra produttività e fabbisogno idrico più alto. Secondo l’istituto olandese di Delft, specializzato su questi temi, per produrre una tonnellata di pomodori sono necessari mediamente 214 metri cubi d’acqua. La stessa quantità di limoni ne richiederebbe tre volte di più. L’acqua, tuttavia, ci sarebbe. La vicina colonia di Hamra -illegale secondo il diritto internazionale e costruita nel 1971 su terreni confiscati ai palestinesi- possiede una coltivazione di palme da dattero di 40 ettari: per produrre una tonnellata di questi frutti servono 2.300 metri cubi d’acqua, quasi dieci volte la quantità necessaria per la stessa quantità di pomodori.

    Le distese di campi di limoni hanno lasciato il posto a quelle che Rasmi Abu Jeish chiama le “case di plastica”. Il paesaggio è radicalmente mutato: il bianco delle serre ha sostituito il verde delle piante. Dei suoi 450 alberi di limone, il contadino ne ha lasciati in piedi soltanto 30 per onorare la tradizione familiare. Il resto dei suoi 40 dunum di terre (unità di misura di origine ottomana corrispondente a circa mille metri quadrati) sono occupate da serre.

    La diminuzione dell’acqua per l’irrigazione ha generato un cambiamento nei metodi di produzione, portando gli agricoltori ad aumentare le quantità di pomodori prodotte per assicurarsi entrate sufficienti. “Le monocolture rendono i contadini più vulnerabili alle fluttuazioni dei prezzi, più inclini a usare pesticidi e fertilizzanti per assicurarsi entrate stabili. Sul lungo termine questo circolo vizioso rende il terreno infertile e inutilizzabile per l’agricoltura”, avverte Muqbel Abu-Jaish, del Palestinian agricultural relief committees, che accompagna gli agricoltori del villaggio nella gestione delle risorse idriche.

    Senza l’ombra degli alberi di agrumi, anche le temperature registrate all’interno del villaggio sono aumentate, rendendo la vita ancora più difficile d’estate, quando nella Valle del Giordano si superano i 40 gradi. La mancanza di accesso all’acqua e la politica espansionistica dei coloni israeliani, aggravate dalla crisi climatica, hanno portato così l’agricoltura a contribuire soltanto al 2,6% del Prodotto interno lordo della Cisgiordania.

    Il cambiamento di produzione è stato affrontato con più elasticità dalla nuova generazione di agricoltori, non senza difficoltà. “Nonostante questa situazione abbiamo deciso di continuare. Il lavoro è diminuito molto ma qui non abbiamo altre possibilità. È come se senza l’acqua fosse sparita anche la vita. Dobbiamo adattarci”, racconta Saeed Abu Jaish, 25 anni, la cui famiglia ha ridotto i terreni coltivati da 15 a due dunum convertendoli interamente alla coltivazione di pomodori in serra. Oggi il villaggio fornisce circa l’80% dei bisogni del mercato palestinese di questo prodotto.

    Le difficoltà sono accentuate dall’impossibilità di costruire infrastrutture, anche leggere, per la raccolta e lo stoccaggio di acqua piovana. Tutto il villaggio si trova in Area C, sotto controllo amministrativo e militare israeliano, dove ogni attività agricola e di costruzione è formalmente vietata. Quando, nel 2021, il sindaco di Furush Beit Dajan ha fatto installare un serbatoio d’acqua per uso agricolo l’esercito israeliano si è mobilitato per smantellarlo nel volgere di poche ore. Come era accaduto ad altri 270 impianti idrici negli ultimi cinque anni.

    Il sindaco non può nemmeno avviare lavori di ammodernamento della rete idrica, risalente al mandato britannico terminato nel 1948. Dei nove pozzi da cui dipendeva il villaggio, la metà si sono prosciugati, mentre il flusso d’acqua di quelli restanti è diminuito inesorabilmente, passando da duemila metri cubi all’ora prima del 1967, a soli 30 metri cubi oggi, secondo il sindaco Azem Hajj Mohammed.

    Le restrizioni sull’erogazione dell’acqua in Cisgiordania hanno anche un’altra conseguenza, cruciale sul lungo periodo, in questo territorio conteso. Una legge risalente all’epoca ottomana e incorporata dal sistema legislativo israeliano permette infatti allo Stato ebraico di dichiarare “terra di Stato” tutti i campi palestinesi lasciati incolti per almeno tre anni. La carenza d’acqua, i costi, e la disperazione spingono così i contadini palestinesi ad abbandonare il loro terreni che, senza la possibilità di essere irrigati, non producono reddito e pesano sulle finanze familiari. “Non vedo possibilità di miglioramento nell’attuale status quo, con gli Accordi di Oslo che conferiscono il controllo dell’acqua ad Israele. Il numero di coloni aumenta costantemente mentre l’acqua diminuisce. Senza un cambiamento, la situazione non può che peggiorare”, analizza Issam Khatib, professore di Studi idrici e ambientali dell’Università di Birzeit.

    Adir Abu Anish ha 63 anni e coltiva ormai soltanto un sesto dei 50 dunum che possiede. Oltre alle serre di pomodoro, si è concesso di piantare delle viti che afferma essere destinate a seccarsi in un paio d’anni. Il torrente da cui si approvvigionava è contaminato dalle acque reflue provenienti dalla vicina città di Nablus, un caso di inquinamento che il sindaco ha portato in tribunale. All’ombra del suo vigneto, Abu Anish sospira: “Di solito i genitori lasciano in eredità ai loro figli possedimenti e ricchezze. Noi lasciamo campi secchi”.

    https://altreconomia.it/la-siccita-e-le-politiche-israeliane-assetano-i-contadini-palestinesi

    #sécheresse #crise_hydrique #Palestine #Israël #Cisjordanie #agriculture #serres #citrons #tomates #agriculture_intensive #eau #Jiftlik #accès_à_l'eau #réserves_hydriques #Hamra #Mekhora #irrigation #températures #colonies_israéliennes #paysage #puits #terres_d'Etat #Accords_d'Oslo #Nablus

  • La neige fait irruption sur les sommets de Suisse et bloque le col du Nufenen RTS - cab avec ats

    La limite des chutes de neige est descendue dans la nuit de dimanche à lundi en dessous de 2000 mètres en Suisse. Des sommets alpins se sont ainsi retrouvés partiellement enneigés et le col du Nufenen a dû être fermé.

    Une photographie partagée par l’agence MeteoNews sur le réseau social X montre le col de l’Oberalp, reliant les cantons des Grisons à Uri, recouvert de neige. Il est tombé quelques centimètres de neige à partir de 2000 mètres d’altitude et parfois plus de 20 cm au-dessus de 2500 mètres.


    Le col de l’Oberalp sous la neige le 7 août 2023 au matin. [www.alpsu.ch]

    Il fallait s’attendre à des routes glissantes aux cols de l’Oberalp, du Grimsel, du Gothard et de la Flüela. Le col du Nufenen, qui va d’Ulrichen (VS) à Airolo (TI) et culmine à 2478 mètres, a même dû être fermé.

    La route du col du Susten, entre les cantons d’Uri et de Berne, reste aussi fermée après une chute de pierres dans la nuit de vendredi à samedi. La neige et le brouillard ont empêché les travaux de nettoyage de la chaussée.

    Des chutes de neige durant l’été à plus de 2000 mètres se produisent tous les deux à trois ans en Suisse, selon MeteoNews.

    La neige devrait disparaître rapidement. Les températures sont en hausse et l’isotherme du zéro degré s’élèvera jusqu’en soirée à plus de 3500 mètres - et même à près de 4000 mètres à l’extrême ouest. Le mercure pourrait atteindre à nouveau 30 degrés en plaine jeudi.

    #neige #températures #Suisse #réchaufement_climatique #effet_de_serre #Climat #Suisse

    Sources :
    https://www.rts.ch/info/suisse/14224628-la-neige-fait-irruption-sur-les-sommets-de-suisse-et-bloque-le-col-du-n
    https://news.dayfr.com/local/2256039.html

  • Des #températures dépassant la #limite_génétique de toutes les espèces méditerranéennes sont prévues dans le sud de l’Europe dès mardi :

    ➡️ 40 à 44°C en #Italie (jusqu’à 45-47+°C en Sardaigne et Sicile)
    ➡️ 40 à 45°C en #Espagne
    ➡️ 40 à 42°C en #France


    Conséquences agricoles :
    ➡️la floraison des légumes « maraîchage » risque d’être fortement perturbée (brulures et pertes de fleurs).
    ➡️l’#olivier risque de voir une partie de ses fruits se dessécher.
    ➡️des brûlures peuvent concerner la #vigne (voire un dessèchement de grappe) dans le cas où la canicule dure plusieurs jours.
    ➡️souffrance extrême des animaux d’élevage.
    L’Italie est le pays qui sera le plus concerné par ses conséquences agricoles. Je tiens à préciser qu’il s’agit ici d’un #stress_thermique. Il ne peut pas être entièrement résolu par l’irrigation (#stress_hydrique).
    Voici un énième exemple des conséquences du changement climatique.

    https://twitter.com/SergeZaka/status/1680522007585214464

    #canicule #agriculture #cartographie #visualisation

  • Le réchauffement climatique exige de nouveaux #thermomètres
    https://www.ledevoir.com/environnement/792497/rechauffement-climatique-le-service-meteorologique-du-canada-doit-changer-

    « Les capteurs de température peuvent mesurer au-delà de 50 °C, mais l’incertitude augmente après ce seuil. L’incertitude devient vraiment plus grande et on a besoin de précision  », explique au Devoir le directeur général d’Environnement Canada, David Harper. La marge d’erreur peut ainsi frôler 0,5 °C en cas de chaleur extrême.

    « On veut être sûrs que cette fourchette rapetisse, et c’est pour ça qu’on est en train d’évaluer [ce remplacement]. »

    Les nouveaux thermomètres convoités devraient pouvoir maintenir leur précision à des #températures extrêmes dépassant 60 °C.

    #climat

  • Christophe Cassou : « Nous allons probablement approcher la canicule de 2003, voire peut-être la dépasser » – Libération

    https://www.liberation.fr/environnement/meteo-france-selon-christophe-cassou-nous-allons-probablement-approcher-l

    Rebelote. Seulement un mois après la dernière vague de chaleur, la France tout entière va subir dès mardi 12 juillet des températures extrêmes, atteignant ou dépassant par endroits les 40 °C, avec un pic attendu ce week-end de 15 °C supérieurs aux normales de saison. Une conséquence établie du réchauffement climatique qui accentue la précocité, la fréquence, l’intensité et la durée de ces phénomènes qui devraient doubler d’ici à 2050. « Sans politique climatique, il y a trois chances sur quatre pour que le nombre annuel de jours de vagues de chaleur augmente de cinq à vingt-cinq jours en fin de siècle selon les régions par rapport à la période 1976-2005 », souligne Météo France. De quoi susciter l’inquiétude

    #climat #canicule #paywall (Si quelqu’un·e a le texte d’origine) #christophe_cassou et #ecoanxiete

    Et donc aujourd’hui twittait https://twitter.com/cassouman40/status/1546755199540383744

    « Nous allons probablement approcher la canicule de 2003, voire peut-être la dépasser ».
    Merci @libe pour cette interview hier...
    Aujourd’hui, alors que les prévisions s’affinent, j’enlèverais le "peut-être" et je rajouterais "très" devant probablement 🥵

    Dans la continuité de https://seenthis.net/messages/966346

    Tout va bien se passer… Tout.

    • Ici dans l’Hérault, c’est déjà en train de battre les records de juillet 2003.

      Météo dans l’Hérault : Des records de chaleur ont été battus dans des villages du département
      https://www.20minutes.fr/planete/3324395-20220712-meteo-herault-records-chaleur-battus-villages-departement

      Selon Météo France, dimanche, il a fait jusqu’à 38,2 degrés à Soumont, près de Lodève, dans le nord du département. C’est un record, pour cette période. Le dernier datait du 26 juillet 2018. Le thermomètre avait grimpé jusqu’à 38 degrés.

      Autre record de chaleur, à Marsillargues, dimanche. Il a fait jusqu’à 37 degrés, dans ce village. C’est 0,1 degré de plus que le 23 juillet 2003, année marquée par la canicule.

    • #Christophe_Cassou : « Nous allons probablement approcher la canicule de 2003, voire peut-être la dépasser »

      La nouvelle #vague_de_chaleur qui s’installe sur l’Hexagone à partir de mardi 12 juillet pourrait être d’une intensité historique et durer plusieurs jours, analyse le climatologue et auteur principal du sixième rapport du Giec, qui insiste sur l’urgence d’agir rapidement afin de stabiliser le niveau de réchauffement.

      Rebelote. Seulement un mois après la dernière vague de chaleur, la France tout entière va subir dès mardi 12 juillet des températures extrêmes, atteignant ou dépassant par endroits les 40 °C, avec un pic attendu ce week-end de 15 °C supérieurs aux normales de saison. Une conséquence établie du réchauffement climatique qui accentue la précocité, la fréquence, l’intensité et la durée de ces phénomènes qui devraient doubler d’ici à 2050. « Sans politique climatique, il y a trois chances sur quatre pour que le nombre annuel de jours de vagues de chaleur augmente de cinq à vingt-cinq jours en fin de siècle selon les régions par rapport à la période 1976-2005 », souligne Météo France. De quoi susciter l’inquiétude, notamment dans les départements les plus arides tels que le Gard, en proie à de violents incendies. Cet épisode de chaleur, lié à une masse d’air qui va chauffer sur place et être potentiellement amplifiée par une seconde provenant du Maroc et d’Espagne, devrait évoluer vers une situation caniculaire. Ce scénario apparaît comme un avant-goût du climat futur, détaille Christophe Cassou, climatologue et auteur principal du sixième rapport du Groupe d’experts intergouvernemental sur l’évolution du climat (Giec).

      Un pic de chaleur en juillet, est-ce si inquiétant ?

      On est dans la saison des vagues de chaleur et des canicules : les pics de températures ont généralement lieu au mois de juillet et août. Ce qui est inquiétant, c’est l’intensité, la récurrence et le changement de saisonnalité de ces pics. Si on regarde le nombre de vagues de chaleur observées en France entre 1947 et 1999, soit en cinquante-trois ans, on en a comptabilisées 17. Celle-ci sera la 25e depuis 2000, en seulement vingt-trois ans… Aujourd’hui, on enregistre donc en France environ trois à quatre fois plus de canicules, ce qui est assez représentatif de ce qui se passe à l’échelle mondiale, où elles sont aussi trois fois plus nombreuses. Il y a toujours eu des événements extrêmes. Le changement climatique ne crée pas de vagues de chaleur, il les amplifie. Voilà pourquoi on bat des records d’année en année. Les canicules se développent sur un environnement plus chaud de base et des conditions atmosphériques favorables pour générer de la chaleur plus efficaces. Actuellement, la température globale de la planète est de 1,1 °C de plus que durant la période préindustrielle (1850-1900), ce qui suffit à avoir des événements extrêmes inédits et très forts, le dernier en date étant le dôme de chaleur au Canada en 2021.

      En quoi cette vague de chaleur est différente de celle de juin ?

      Elle est différente dans sa dynamique. Elle est plus complexe. La canicule de juin était associée à une petite dépression au large de la péninsule ibérique que l’on appelle aussi goutte froide ; les vents tournaient autour de cette dépression entraînant de l’air chaud et sec vers l’Espagne puis la France. C’est ce que j’appelais une plume de chaleur en lien avec la dépression qui agit comme un engrenage. Cette fois, une plume de chaleur va se développer dans un environnement initialement beaucoup plus chaud qu’en juin. Un dôme de chaleur est en train de se constituer et son effet va être considérablement accentué au fil des jours sous l’effet de la petite goutte froide et de sa plume. Mais on ne sait pas encore quelle sera l’ampleur de la combinaison de l’ensemble de ces processus. L’incertitude est forte, notamment pour la fin de semaine. Tout va dépendre de la position et de l’intensité de cette goutte froide qui sera le faiseur de rois.

      Cet épisode pourrait-il être historique ?

      Il peut être historique par son intensité. A ce jour, selon des critères de sévérité, l’année 2003 correspond à la vague de chaleur la plus sévère. C’est un événement de type cygne noir : extrême, rare, inédit, avec des conséquences très importantes. La canicule de 2003 semblait intouchable tant sa sévérité fut forte ! Dans les prochains jours, nous allons probablement l’approcher, voire peut-être la dépasser. Même s’il est encore trop tôt pour le dire, la vague de chaleur actuelle pourrait être plus intense et plus longue encore. Elle pourrait durer très longtemps, en particulier dans le Sud de la France. On parle déjà de dix jours au-dessus de 35-40 °C, ce qui risque d’être très compliqué pour les écosystèmes, mais aussi très impactant pour nous, sociétés humaines, avec des tensions très fortes sur les rendements agricoles, sur l’énergie… Par ailleurs, cela augmentera considérablement les risques sanitaires. Deux jours à 45 °C, on peut tenir, mais dix jours dans de telles conditions, ça peut poser problème. On a tiré les leçons de 2003 en mettant en place des systèmes d’alerte précoces et des plans d’anticipation. Il est clair que l’on aurait moins de morts qu’en 2003. Cependant, le nombre de morts ne dépend pas seulement de la sévérité de la canicule mais aussi de la capacité du système hospitalier à absorber le flux de patients. Est-ce possible sachant son état de délabrement avancé et la gestion du pic de Covid en cours ?

      Pouvez-vous nous en dire plus sur la théorie des cygnes noirs ?

      Elle a été introduite par un statisticien pour quantifier certains événements imprévisibles ayant une très faible probabilité d’arriver. Les événements inédits et extrêmes que j’appelle ovnis climatiques frappent partout sur la planète. Quand ils se produisent, ils ont des conséquences en cascade considérables et exceptionnelles. Un exemple : le dôme de chaleur du Canada a donné lieu à des mégas incendies. Aujourd’hui, il est impossible de calculer la probabilité exacte de ces extrêmes inédits. On sait qu’ils peuvent arriver, que leur probabilité augmente avec le réchauffement actuel et avec chaque dixième de degré additionnel, mais on n’arrive pas à estimer précisément un chiffre précis. Tout cela fait partie de ce qu’on nomme l’incertitude profonde. Personne n’est à l’abri de ces phénomènes de cygnes noirs.

      Que dit précisément le Giec au sujet de ces épisodes de chaleur extrêmes ?

      Le Giec attribue les changements des statistiques des extrêmes aux activités humaines et donc aux émissions de gaz à effet de serre. Le lien est clair, il n’y a plus à se poser la question. Le scénario qu’on vit actuellement est un avant-goût du climat futur. La probabilité des températures extrêmes augmente de manière non linéaire : les températures extrêmement chaudes se réchauffent plus vite que les températures moyennes. Je l’avoue, je suis dans une forme de colère, car ce qu’on vit était anticipable. L’ensemble correspond à ce que les faits scientifiques disaient depuis longtemps. Comment être encore aujourd’hui dans ce déni de gravité ? Comment tenir encore aujourd’hui des discours « rassuristes » ? Ça n’a pas de sens !

      Que préconisez-vous ? La sobriété comme maître-mot ?

      Nous faisons face à deux injonctions complémentaires : s’adapter au changement climatique et atténuer le changement climatique en diminuant les émissions de gaz à effet de serre de manière considérable et rapide. Il faut également stopper la déforestation et l’artificialisation des sols, les arbres et la terre étant des stocks de carbone. C’est le seul moyen d’arriver à la neutralité carbone qui est une contrainte géophysique, et non pas politique, pour stabiliser le niveau de réchauffement. Avant 2040, on va dépasser le seuil de 1,5 °C ; il y a encore une possibilité de ne pas atteindre le seuil de 2 °C supplémentaires mais elle est faible. Il faut avoir en tête que chaque dixième de degré compte pour le vivant. Aujourd’hui, certains discours actent l’échec de la lutte contre le changement climatique, affirment qu’il faut se préparer à des réchauffements de 3 °C. Pour moi, ce discours est irresponsable car il ne prend pas en compte les limites de l’adaptation : au-delà d’un certain seuil, il n’y a plus d’adaptation possible, comme le quantifie le Giec. Là, on approche très dangereusement de certaines limites dures, à la fois pour les écosystèmes et pour nous, humains dans certaines zones. Il faut agir maintenant. La sobriété est un levier indispensable. Cela ne passe pas par des petits gestes qui font porter la réduction des gaz à effet de serre à l’échelle de l’individu mais par la transformation de nos infrastructures collectives et le changement de nos modes de vie, en diminuant par exemple notre consommation en énergie et en eau. La dimension collective de la sobriété est essentielle.

      Vous pensez à une mesure en particulier ?

      Il y a des mesures de sobriété intéressantes, rapides, justes et équitables. Par exemple, le passage de 130 à 110 km/h sur l’autoroute. Cela permet de réduire de 16 à 20% les émissions de gaz à effet de serre en France pour le parc automobile ! C’est une mesure de sobriété parfaite. Les leviers pour lutter contre le changement climatique sont souvent qualifiés de punitifs ; c’est un argument fallacieux pour favoriser l’inaction. Qu’y a-t-il de punitif dans cette mesure ? Tout le monde peut continuer à se déplacer.

      https://www.liberation.fr/environnement/meteo-france-selon-christophe-cassou-nous-allons-probablement-approcher-l

      #canicule #France #températures #chaleur #dôme_de_chaleur #intensité #récurrence #saisonnalité #pics #événements_extrêmes #plume_de_chaleur #santé #système_hospitalier #hôpitaux #cygnes_noirs #théorie_des_cygnes_noirs #ovnis_climatiques #incertitude_profonde #colère #déni #déforestation #artificialisation_des_sols #neutralité_carbone #adaptation #sobriété

    • Donc a priori au moins 45°C en espagne…

      – 46,3°C, nouveau record au portugal aujourd’hui

      Ontem, a temperatura atingiu 46,3ºC na localidade portuguesa de Lousã, maior marca de toda a série histórica da estação. Em Santarem, a máxima da quarta-feira foi de 46,2ºC, apenas 0,1ºC abaixo de recorde absoluto de máxima.

      Tout va bien. C’est l’été qu’ils disent…

      Sinon, je peux vous dire que 36°C ça commence à être bien chaud… Vivement lundi !

    • Run 0z GFS de ce vendredi 15 juillet : prêts pour un bon coup de chalumeau pour la journée de lundi ?


      Et (amha), ça ne se calmera pas tant que la « goutte froide » continuera d’errer entre les îles britanniques, le golfe de Gascogne, et les Açores. En fait tant qu’elle ne sera pas reprise dans la circulation atmosphérique générale.

      https://forums.infoclimat.fr/f/topic/57527-du-18-juillet-au-24-juillet-2022-pr%C3%A9visions-semaine-29/?page=3#comment-3566582

    • La task force est dans la place. Gégé & Babeth vont expulser la « goutte froide »
      https://twitter.com/Elisabeth_Borne/status/1547664066067329024

      Depuis le centre opérationnel de crise, avec Gégé, nous faisons le point avec les services de l’Etat sur les moyens engagés pour lutter contre les feux. Plein soutien aux sapeurs-pompiers qui mènent une lutte acharnée contre les flammes et protègent nos concitoyens !

    • Ah oui, et aussi, j’ai fait un petit tour en bord de Charente hier pour me rafraichir… il faisait correct sous les arbres au bord d’eau… mais 36°C dès que tu en sortais… et… des maïsiculteurs arrosaient du maïs, à 15h30, sous 36°C, en période de sécheresse… mais comment est-ce encore possible bordel !? J’attends avec impatience les dépités de la filière ostréicole en aval qui vont crier au manque d’eau douce, par ailleurs déjà trop chaude…

    • Un peu plus doux par chez moi aujourd’hui, mais de nombreux records absolus de chaleurs (>40°C) ont été battus en France, notamment Nîmes, Béziers…
      Il reste toujours le plus dur (lundi - mardi) à passer…

      Un joli 47°C au Portugal…

    • Bon, alors mon petit record extérieur chez moi fut 40.7°C donc ce fameux lundi il y a quelques jours.

      La question qui va peut être se poser est : est-ce qu’on va le battre dans les prochains jours d’août ?

      https://twitter.com/cassouman40/status/1551838212229849088

      Christophe Cassou dit :

      Lassitude-effroi : il va falloir encore écrire des🧵pr expliquer la nvelle poussée de chaleur qui se profile pr début Aout.
      Bof...prenez les🧵précédents ! Dyn. en #DomeDeChaleur/déferlement d’onde & lien robuste #canicule #changementclimatique déjà expliqués. Tout quasi déjà dit😢

      En réponse à Gaétan Heymes :

      Prévision ECMWF pour la première semaine d’août : renforcement des conditions anticycloniques en altitude, induisant le retour d’une forte chaleur généralisée et une persistance de la sécheresse.

  • Météo : Gare à cette publication annonçant des températures jusqu’à 46 °C la semaine prochaine
    https://www.20minutes.fr/planete/3320375-20220704-meteo-gare-publication-annoncant-temperatures-jusqu-46-se

    FAKE OFF Le résultat présenté dans la publication est notamment beaucoup trop anticipé pour être fiable

    1) ils te disent « FAKE OFF », et tu comprends donc que c’est une fake news, et que eux, ils t’aident à y voir clair. Je trouve cette expression affreuse, et repoussante. C’est fait exprès ? Et c’est faire preuve d’une totale absence d’humilité. Ils n’en font pas autant quand il s’agit de nommer un fasciste pour ce qu’il est.

    2) Tu regardes ensuite les prévisions du WE du 14 juillet, et tu découvres qu’ils t’y annoncent du 39° en pointe, qu’il y a deux jours, c’était seulement 36° qu’ils t’annonçaient, et que surtout, pendant une semaine, les températures dans mon coin ne vont pas descendre en dessous de 20/21°. En gros, c’est une nouvelle phase de canicule.

    Ils sont chouettes à 20 minutes, ils te « FAKE OFF », mais n’empêche que la troisième canicule de l’année, elle sera bien présente.

    #déni_partout_information_nulle_part

    • 20 minutes fait dans le #rassurisme climatique :

      Pour les 10 prochains jours, les modèles sont assez clairs sur le sujet ! Chaleur et temps sec sur une grande partie du Pays. En effet, reste à déterminer l’intensité de la chaleur voire la date d’arrivée de températures caniculaires au moins sur la moitié sud. Ce qui est assez impressionnant c’est qu’en consultant le diagramme de Bordeaux par exemple, autour du 12-14 juillet la moyenne des scénarios est proche des 35°… très peu de dispersion à cette échéance puisque 80% des scénarios sont très proche de cette valeur. D’autres s’approchent des 40° pour la fin de semaine sur cette même ville.
      A voir si tout est aussi limpide au fur et à mesure des sorties mais la probabilité que survienne une nouvelle canicule me paraît bien élevée pour cette mi-juillet (voire un peu avant) et plus particulièrement pour la moitié sud…
      Si ce nouvel épisode caniculaire se confirme, il aura été précédé d’un temps très sec et déjà chaud. Le bénéfice de nos séquences orageuses régulières n’aura donc plus sa place pour cette semaine (afin d’amoindrir l’envolée des températures). On a de quoi pouvoir être inquiet à mon humble avis… (on pense aux personnes fragiles, on pense à la nature qui est sur sa réserve, on pense aux risques d’incendies). Canicule ou pas, c’est déjà compliqué mais si elle se confirme ça ne fera qu’accélérer tous ces risques

      Source : https://forums.infoclimat.fr/f/topic/57511-du-11-juillet-au-17-juillet-2022-pr%C3%A9visions-semaine-28/?page=2

    • Gasp ! Ça s’annonce brulant tout ça…

      Sur ce forum, Greg13 résume ainsi (à 8h27 aujourd’hui)


      Résumé à ce stade de la période du 11 juillet au 17 juillet : SEC A PERTE DE VUE, SOLEIL, CHALEUR... ET ABSENCE D’ORAGES...

      – Temps pleinement estival, qui s’accompagnerait d’un temps sec sur toute l’échéance.
      – Quelques orages possibles le long des frontières italiennes et espagnoles, suivant les jours.
      – Fournaise probable au Sud de la Loire, même si l’intensité est encore à définir : entre 36°c et 44°c de Tx à Bordeaux par exemple.
      – Remake de mi-juin 2022 possible, même si nous y verrons plus clair dans quelques jours.

    • 24 heures plus tard, les prévisions de Météo France t’indiquent qu’en fait, ça va être 41 degrés qu’on va sans doute se bouffer dans la vallée du Rhône. Et ça a jugé important et utile de faire un « FAKE OFF ».

      On serait parano, on penserait qu’il y a des gens en coulisse pour veiller à ce qu’on ne fasse pas peur au grand nombre, et qu’il ne faut pas leur faire renoncer à leurs vacances.

    • Ce qui me faisait tiquer, c’est que toutes les dénonciations de cette annonce, c’était de dire « ah mais c’est juste un modèle, faut pas se baser dessus ». Mais sans préciser si c’est habituel pour ce modèle d’annoncer des températures record.

      Si un des modèles t’annonce toutes les semaines qu’il va pleuvoir des grenouilles et que l’océan va se remplir de sang, OK clairement faut pas trop se baser dessus. Mais si un modèle est utilisé avec d’autres modèles pendant des années parce qu’il ne passe pas son temps à t’annoncer des âneries, et que tout d’un coup il t’annonce qu’il va pleuvoir des grenouilles, faut ptet creuser un peu.

      Ou alors on passe des points de rupture qui rendent des modèles inopérants, et les points d’équilibre passent à des valeurs extrêmes et potentiellement loufoques. Mais là encore, faudrait creuser plutôt que de dire « c’est juste un modèle ».

    • Gare à ces modèles GFS qui ont des biais effectivement que l’on découvre, et qui peuvent se laisser surprendre par des événements imprévus… Il n’empêche… Pas une goutte de pluie n’est attendue avant fin juillet en France… peut être au delà ?

      Toujours dans le forum https://forums.infoclimat.fr/f/topic/57511-du-11-juillet-au-17-juillet-2022-pr%C3%A9visions-semaine-28/?page=13#comment-3564883 un certain Lucky indique des prévisions à plus de 40°C pour lundi 18, tout en rappelant que le code du travail ne prévoit rien pour les travailleurs :

      Alors ça c’est clair... Ces modélisations font peur... Par leur intensité, leur fréquence, leur durée. J’ai aussi l’impression que ça fait deux mois qu’on voit du rouge cramoisie sur les cartes. Cette année ça a commencé dès le mois de mai.

      Là le risque de canicule extrême est réelle et problématique. Je rappelle que dans notre pays il n’existe toujours aucune législation concernant le temps de travail en période caniculaire. La pénibilité des fortes chaleurs n’est pas du tout prise en compte dans le code du travail, ce qui expose les travailleurs, surtout les métiers physiques à de réels dangers.

      En Allemagne, même si c’est pas parfait, des recommandations et même des lois existent pour réguler ou adapter le temps de travail en période de canicule. En dehors du travail, ces valeurs sont suffisantes pour exposer des adultes en bonne santé à des coups de chaleur, donc j’en parle même pas pour les personnes à risque. Les Tn risquent d’être problématiques si le scénario où la canicule est longue se maintient. Notamment en ville comme d’habitude.

      Bref, pas d’eau, Tx supérieures aux « normales » tout juillet… Nuits chaudes… Ça va amener une belle sécheresse partout en plus, et de jolis feux à combattre par 35° dehors en habits ignifuges (je me demande comment vont se survivre les pompiers)…

      Et possiblement des températures pas si loin que ce que disait le modèle GFS incriminé, même si c’est décalé de quelques jours…

    • Un modèle, ça sert à connaître la tendance. La tendance, on la connaît, mais quand un modèle te la montre, t’as des crétins dans les rédactions, ils te disent que ce sont des fake news. Ces crétins n’ont pas encore compris que les fake news sont produites par les luttes de pouvoir entre groupes politiques, par les idéologues. Et ces idéologues ont compris que pour reprendre la main sur les narrations, on pouvait utiliser les rédactions en leur demandant de chasser les fakenewskonaledroit.
      Bref, le modèle il ne fait pas de politique et on va se manger une méchante période de chaleur comme en juin, et sans doute pire.

    • Dans ces coups de chaleur, (heat plume en anglais ce qui pourrait se traduire par « panache de chaleur » et non « plume de chaleur »), le phénomène est généré par la présence d’une goutte froide, dépression isolée de la circulation générale de la haute troposphère (courant jet ou jet stream). L’air ayant une rotation anti-horaire, comme dans toute dépression de l’hémisphère nord, cela permet l’advection des masses d’air brulantes du Sahara vers la péninsule ibérique (sauf le Portugal qui lui bénéficie de l’air plus frais de la goutte froide justement, si celle-ci se situe à proximité du littoral atlantique) puis vers la France (sud-ouest et centre). Maintenant, sur le littoral méditerranéen, le phénomène est plutôt liée à un dôme de chaleur dû au blocage anticyclonique.

      Illustrations :
      panache de chaleur : https://www.youtube.com/watch?v=OHE69oASpL0

      Dôme de chaleur : https://www.youtube.com/watch?v=QNRXNJkIkfg

    • La conclusion rude de Christophe Cassou donc :

      Cette canicule 2022 intervient en plein pic #COVID19, avec un système hospitalier au bord du précipice, en période de vulnérabilité due à des fortes tensions sociales, mais aussi sur la ressource en eau (↘️ rendement agricole), sur l’énergie.
      Sommes-nous prêts, résilients ?

      J’avoue, ce soir, ressentir une forme de colère car les faits scientifiques sont clairs. Nous savons où nous allons et nous savons où nous devrions aller et quoi faire pour limiter les risques croissants & menaçants pour sociétés humaines & écosystèmes. Et pourtant...

      Le déni de gravité et le déni de l’urgence sont tjrs là, comme l’atteste les appels aux ptits gestes ridicules, a la sobriété individuelle alors que les enjeux sont des enjeux de transformation de nos infrastructures collectives, de nos institutions, de nos modes de vie etc.

      Tous ceux qui pensent, sur un mode rassuriste/confusionniste, que l’on s’adaptera à des niveaux de réchauffement élevés sont irresponsables. Les limites dures de l’adaptation existent pour les sociétés humaines et la biodiv. comme évaluées dans Groupe2 #GIEC et @IPBES

      La semaine prochaine ns rapproche de ces limites un peu plus encore.
      Ns avons besoin de lucidité, honnêteté, courage, éthique & solidarité. Sans ces valeurs, ns ne relèverons pas le défi. Chaque ⅒ de degré est une vulnérabilité additionnelle, des souffrances additionnelles

    • Un peu de documentation pour s’y retrouver dans cette fournaise :

      https://www.meteocontact.fr/pour-aller-plus-loin/les-modeles-meteo

      Les modèles météorologiques - Cours météo

      La prévision du temps est aujourd’hui incontournable, mais pour prévoir la couleur du ciel de demain, les météorologues ont besoin des modèles de simulation de l’atmosphère.

      Il est bien connu que pour tenter de prédire les aspects comportementaux d’un système, il est nécessaire de créer son modèle approximatif mathématique. Aussi bien valable en économie qu’en météorologie, ce modèle doit être défini à partir de lois d’évolution. En le faisant « tourner » on simule alors le comportement du système à différentes échéances à partir d’un état initial préalablement définit.

      L’atmosphère étant un vaste espace et les lois qui la régissent étant complexes, les modèles numériques réalisent un nombre incommensurable d’opérations arithmétiques. Le traitement humain paraît donc impossible et il a fallu attendre le développement des ordinateurs dans les années 50 pour pouvoir espérer modéliser l’atmosphère. Aujourd’hui, il est quasiment impossible de se séparer de ces méthodes de calcul, car le modèle météorologique informatique est à la base de toute prévision du temps.

      De nombreux paramètres sont pris en compte dans les modèles : variables d’état de l’atmosphère et au niveau du sol (températures, humidité, vent, etc) ; processus physiques au niveau de l’atmosphère et du sol ou encore l’interaction entre le sol et l’atmosphère (et inversement). Grâce à toutes ces données, les supercalculateurs sont en mesure de créer des cartes de modélisations numériques.

    • Bien content d’avoir été prévenu par 20 minutes que ces prévisions étaient inutilement alarmistes. Encore un peu, et on aurait pu décider de ne pas aller à Arcachon ou dans les Monts d’Arrée si on les avait écouté. Sérieusement, comment peut-on être aussi inutilement alarmiste, alors que tout est sous contrôle ?

  • Heatwaves at both of Earth’s poles alarm climate scientists | Climate crisis | #The_Guardian
    https://www.theguardian.com/environment/2022/mar/20/heatwaves-at-both-of-earth-poles-alarm-climate-scientists

    #Temperatures in #Antarctica reached record levels at the weekend, an astonishing 40C above normal in places.

    At the same time, weather stations near the north pole also showed signs of melting, with some temperatures 30C above normal, hitting levels normally attained far later in the year.

    At this time of year, the Antarctic should be rapidly cooling after its summer, and the Arctic only slowly emerging from its winter, as days lengthen. For both poles to show such heating at once is unprecedented.

    IPCC issues ‘bleakest warning yet’ on impacts of climate breakdown
    Read more
    The rapid rise in temperatures at the poles is a warning of disruption in Earth’s climate systems. Last year, in the first chapter of a comprehensive review of climate science, the Intergovernmental Panel on Climate Change warned of unprecedented warming signals already occurring, resulting in some changes – such as polar melt – that could rapidly become irreversible.

    The danger is twofold: heatwaves at the poles are a strong signal of the damage humanity is wreaking on the climate; and the melting could also trigger further cascading changes that will accelerate climate breakdown.

    • « C’est sidérant » : l’Antarctique touché par une vague de chaleur exceptionnelle
      https://www.lemonde.fr/planete/article/2022/03/22/c-est-siderant-l-antarctique-touchee-par-une-vague-de-chaleur-exceptionnelle

      « C’est sidérant, et c’était totalement inconcevable jusqu’à la semaine dernière », réagit Gaétan Heymes, météorologue à Météo-France. Le scientifique, qui a passé un an en Antarctique, compare l’amplitude du phénomène à celle du dôme de chaleur qui avait touché le nord-ouest du continent américain en juin 2021, avec près de 50 °C au Canada. « Cet événement totalement inédit change définitivement ce que nous pensions être possible en matière de climat antarctique », abonde Jonathan Wille, chercheur postdoctorant étudiant la #météorologie polaire à l’Institut des géosciences de l’environnement, à Grenoble.

      Il faut s’imaginer un instant l’intérieur du continent blanc battu par des vents glacés, à plus de 3 000 mètres d’altitude, où les températures oscillent entre – 50 °C et – 55 °C à cette période de l’année. Le 18 mars, elles ont atteint – 11,5 °C sur la base scientifique franco-italienne Concordia et – 17,7 °C sur la base russe Vostok. De quoi battre très largement (de 15 degrés) les précédents records pour le mois de mars ; mais il s’agit également du maximum jamais enregistré, toutes saisons confondues, à Concordia.

      Sur le littoral, où le climat est plus doux, le thermomètre a grimpé jusqu’à 4,8 °C sur la base française de Dumont-d’Urville, et 5,6 °C à la station australienne Casey, un record également pour le mois de mars. « Toutes ces températures sont dignes du milieu de l’été austral, alors qu’en ce moment, au contraire, le thermomètre chute et qu’on va se diriger vers la nuit polaire », note Gaétan Heymes.

      Au même moment, à l’autre extrémité du globe, l’Arctique a également connu des records de #chaleur, avec des températures supérieures de 30 degrés aux normales de saison, en raison d’une forte dépression qui a pompé l’air chaud provenant du sud. Le pôle Nord se réchauffe en moyenne trois fois plus vite que le reste du monde sous l’effet d’un cercle vicieux appelé « amplification arctique » : en fondant, la glace et la neige, très réfléchissantes, sont remplacées par de l’océan ou de la végétation, plus sombres, qui absorbent davantage les rayons du soleil. Il en découle une hausse des températures de l’air et de l’eau qui, à leur tour, accélèrent la fonte. « Il y a beaucoup moins de boucles de rétroaction en Antarctique, et la tendance des dernières décennies y a plutôt été celle d’un refroidissement dans l’est du continent blanc », rappelle Gaétan Heymes.

      And just to leave this satellite image from today of the atmospheric river spreading clouds over East Antarctica https://t.co/OdAy1Li6sS

      -- JonathanWille (@Dr. Jonathan Wille)
      Comment expliquer alors cette #vague_de_chaleur ? Elle a été entraînée par ce que les #scientifiques appellent une « #rivière_atmosphérique », un étroit corridor chargé en vapeur d’eau qui circule entre 5 000 et 8 000 mètres d’altitude et qui a traversé l’#océan_austral depuis l’Australie, avant de toucher un tiers du continent #antarctique. « La vapeur, un gaz à effet de serre, a augmenté la chaleur au-dessus du continent. Cela a été accentué par la présence d’un dôme de chaleur, un blocage anticyclonique qui a isolé la masse d’air », explique Gaétan Heymes. Les très fortes chaleurs de la mi-mars dans l’ouest de l’#Australie ont « probablement renforcé » la « rivière atmosphérique », ajoute-t-il.

  • Glocal Climate Change

    Global warming is not only about melting icebergs or expanding deserts. It is something which does happen in our backyard as well. Data and estimates on the mean temperatures at the local level indicate that climate change has been affecting almost every corner of Europe, as mean temperatures have increased by more than 2°C in half a century in multiple areas.

    https://climatechange.europeandatajournalism.eu/en/map

    Les données sont présentées au niveau de la commune, ici par exemple Grenoble :

    #carte #cartographie #visualisation #changement_climatique #climat #local #Europe #températures #données #database #statistiques #chiffres #commune

    ping @reka @visionscarto @simplicissimus

    • autant, quand il fait froid et humide, les gens restent plus en tas à l’intérieur, chez eux ou au boulot, et ouvrent moins les fenêtres ; le bon cocktail à propagation :-p

      Manu devrait faire un décret pour interdire le froid et l’humidité, sous peine d’amende de 135 euros ; et tant qu’a y être, augmenter les émissions de gaz à effet de serre et accélérer le changement climatique par tout moyen approprié, afin de nous sortir par le haut de cette ornière pandémique humide et froide.

    • « réalise à partir des travaux de de Margerie » : tweeter dit 15 nov. 2020 :
      https://twitter.com/flight_behav/status/1328065659847249921

      [...] mais il est possible que la température extérieure ait un effet indirect sur la transmission du virus, via nos comportements quotidiens. Par exemple s’il fait plus froid dehors, peut-être passons nous plus de temps en intérieur. Peut-être aussi que nous aérons moins les bâtiments où nous nous trouvons.

      + autres interprétations dans le texte
      + lien vers un pdf qu’il a fait
      + lien vers d’autres études d’autres gens

      https://twitter.com/flight_behav/status/1328093736807632897

  • #Santé et dérèglement climatique, les #crises convergentes - Libération
    https://www.liberation.fr/terre/2020/12/03/sante-et-dereglement-climatique-les-crises-convergentes_1807461

    [...] la revue médicale britannique The Lancet publie ce jeudi son « compte à rebours » annuel, un état des lieux sur la santé et le changement climatique dont les avenirs respectifs sont intimement liés.

    Les 120 universitaires et chercheurs de 35 institutions (Organisation mondiale de la santé, Organisation météorologique mondiale, universités…) qui ont réalisé cette édition 2020 ont pris en compte une quarantaine d’indicateurs significatifs. Leur conclusion est sans appel : les impacts de la crise climatique sont déjà perceptibles sur la santé des êtres humains, et souvent fatals. En cinq ans, « nous observons des évolutions inquiétantes, liées notamment au manque d’action », déplore auprès de Libération Jonathan Chambers, l’un des coauteurs, chercheur à l’Université de Genève.

    « L’impact principal du changement climatique est l’augmentation des #températures », rappelle Jonathan Chambers. Les niveaux de mortalité liée à la chaleur parmi les personnes vulnérables sont d’ailleurs en augmentation dans toutes les régions du monde (+ 54% en vingt ans), avec 296 000 morts en 2018 dont 8 000 en France parmi les plus de 65 ans. Selon le rapport, pas moins de 128 pays ont connu une augmentation de l’exposition de leur population aux feux de forêt au cours des vingt dernières années. Les « effets cardiovasculaires et respiratoires des vagues de chaleur records et les incendies de forêt en Australie, dans l’ouest de l’Amérique du Nord et en Europe de l’Ouest » sont d’ailleurs soulignés par les auteurs.

    Un effet moins souvent identifié de ces vagues de chaleur, est qu’elles rendent impossible les travaux à l’extérieur, notamment dans les champs . Au total, selon le rapport, pas moins de 302 milliards d’heures de travail n’ont pas pu être effectuées en 2019 pour cette raison, dont 40% en Inde mais aussi en Chine ou au Bangladesh. C’est 103 milliards d’heures de plus qu’en 2000. Et la sécurité alimentaire en pâtit, puisque les récoltes sont souvent moins importantes en raison de ce phénomène.

    Après des décennies de lutte et de progrès, le changement climatique fait également craindre un retour en arrière concernant certaines #maladies_infectieuses mortelles. Il favorise la propagation du paludisme, de la vibriose et de la dengue, transmise par les moustiques .

    Autre inquiétude pour l’avenir : la qualité de l’air mondial, alors qu’on déplore chaque année 7 millions de morts dus à la #pollution. Ainsi que le rappelle Jonathan Chambers, « la part du charbon dans la production d’électricité globale n’a que peu changé [en cinq ans], or celle-ci est une source importante de gaz à effet de serre et de pollution aux #particules_fines, qui font dans le monde 7 millions de morts prématurés ». En 2018 en France, précise le Lancet Countdown, environ 25 350 décès prématurés ont pu être liés à la pollution aux particules fines (PM 2,5). C’est plus que la viande rouge, dont la consommation excessive serait à l’origine de 13 000 décès supplémentaires dans l’hexagone en 2017 (sur 89 000 décès imputables à des facteurs de risques alimentaires).

    Face au changement climatique, les systèmes de santé évoluent mais ne sont toujours pas prêts comme l’a montrée la pandémie de Covid-19. D’autant que les inégalités se creusent. « Le changement climatique crée un fossé cruel qui élargit les inégalités de santé existantes entre et à l’intérieur des pays, note le coprésident du rapport, Hugh Montgomery, […] Tout comme pour Covid-19 - les personnes âgées sont particulièrement vulnérables et ceux qui ont déjà des pathologies, y compris l’asthme et le diabète, sont encore plus à risque ».

    Mais, précise le rapport, les suites de la #pandémie de COVID-19 peuvent devenir un moment clé pour créer une économie durable et en protéger l’#environnement. « Nous ne parlons pas d’opportunité par rapport à la pandémie, car c’est une grande #tragédie. Mais il est crucial que la réponse au Covid porte sur les problèmes de #santé_publique et environnementale, car comme le montre notre rapport ceux-ci sont étroitement liés », détaille Jonathan Chambers. « Utiliser les investissements post-Covid en réponse à la crise écologique, c’est aussi prévenir des futures crises sanitaires, ainsi que leurs dommages économiques. Effectivement, en prenant maintenant des mesures structurelles, on est trois fois gagnant – une économie plus durable et équitable, un environnement respecté et protégé, et une meilleure santé publique pour tous », poursuit-il.

    Mais le temps presse. Il est l’heure d’adopter des « mesures urgentes » pour l’avenir, selon l’expression utilisée dans le rapport. Richard Horton, rédacteur en chef du magazine, insiste sur ce point : « pour réduire le risque de pandémie, nous devons agir en priorité sur la crise climatique, un des facteurs majeurs des zoonoses aujourd’hui. […] Nous devons répondre à l’urgence climatique, protéger la biodiversité et renforcer le système naturel dont notre civilisation dépend […] Comme nous l’avons constaté avec le Covid-19, retarder la réponse sera la cause de morts que l’on pourrait éviter ». Pourtant, seulement la moitié des 101 pays étudiés ont élaboré des plans liant spécifiquement santé et climat, et seulement quatre ont déclaré avoir le financement disponible pour les mettre pleinement en œuvre.

    Aurélie Delmas

  • Richard Heatwave Berler sur touiteur : pour la première fois, une température de 100 °F (38 degrés Celsius) relevée au nord du cercle polaire.

    https://twitter.com/heatwavekgns/status/1274362223444529153

    Saturday 10:24 am: Hottest on record in Siberia...Verhojansk, which has an average high of the day of 68F during June, had their first 100F reading on record today!

    Dewpoints were topping 60F! Was not a ‘dry” heat!
    Verhojansk is ~70 miles north of the Arctic Circle. They are 67’33” North Latitude.

  • The emergence of heat and humidity too severe for human tolerance | Science Advances
    https://advances.sciencemag.org/content/6/19/eaaw1838.full

    MétéoMédia - Des #températures extrêmes près de dépasser le seuil tolérable par l’être humain
    https://www.meteomedia.com/ca/nouvelles/article/des-temperatures-extremes-pres-de-depasser-le-seuil-tolerable-par-letre

    Selon les chercheurs, une #température_du_thermomètre_mouillé (Tw) au-delà de 35 (soit une température ressentie environ équivalente à 71) constituerait la limite tolérable pour l’être humain. À cette température, le corps est incapable de se refroidir par lui-même et une exposition trop longue peut mener à la mort.

    Des études menées par le passé avaient par ailleurs déjà conclu que des individus en bonne #santé peuvent difficilement fonctionner normalement à l’extérieur lorsque les températures grimpent au-delà de 32 ° therm. mouil.

    Or, il semble que de telles chaleurs sont enregistrées de plus en plus régulièrement, généralement pour des périodes de quelques heures seulement. Dans certaines régions du globe, les épisodes de #chaleur et d’#humidité extrêmes seraient deux fois plus nombreux qu’il y a 40 ans, soulignent les auteurs de l’étude.

    Cela laisse croire aux chercheurs en question que certaines régions du monde deviendront inhabitables plusieurs années plus tôt que prévu en raison de la hausse des températures.

    #climat

  • Autour des avions et de la #diffusion du #coronavirus, dans la conférence de #Sansonetti :


    –-> plutôt que la théorie du #climat (là où il fait chaud, pas de virus), c’est celle des connexions par #avion qui serait à privilégier pour la #propagation du #virus...

    La conférence :
    https://seenthis.net/messages/834008

    #géographie #ressources_pédagogiques #coronavirus
    Et comme dit ma collègue Sarah Mekdjian :

    j’ajoute à mon TD sur le #déterminisme_climatique

    #déterminisme_géographique #avions #transports #températures #Afrique #Asie #Europe #transport_aérien #température #cartographie #visualisation

    #Philippe_Sansonetti

    • Reçu d’une amie à qui j’ai envoyé le commentaire ci-dessus

      Avevo visto la cartina in gennaio : une crisi annunciata.

      Pensa te che Zurigo in febbraio ha chiuso i voli diretti con la Cina, Ginevra no (3 voli /settimana con Pechino). All’atterraggio ricevevano un foglio dell’ufsp con scritto: in CH non é obbligatorio portare la mascherina (gettatela uscendo dall’aereo). Poi nessun controllo (febbre, quarantena... niente ).

      Morale ? Confronta il numero di casi à GVA e ZH !

      La politica ginevrina Del non chiudere l’aeroporto a Ginevra é stata spiegata pubblicamente dal medico cantonale il 25 febbraio all’unige (conferenza disponibile su mediaserver dell’uni).

      Remarque : la conferenza era sul mezzo giorno e gli esperti facevano « blagues » perché « je vous rappelle qu’au jour d’aujourd’hui il n’y a aucun cas en Suisse »..... un’ ora dopo la stampa annunciava il primo caso in Ticino. Tu vuoi farmi credere che il medico cantonale non lo sapevo ????

      #Suisse #Zurich #aéroports #Genève

    • Coronavirus en Afrique : pourquoi la catastrophe annoncée n’a pas eu lieu ?

      Les experts annoncent depuis des mois une déferlante de l’épidémie de coronavirus en Afrique, où la pauvreté et le manque d’infrastructures de santé font craindre le pire. Pourtant, alors que le premier cas remonte au 14 février sur le continent, la vague n’est toujours pas arrivée. Comment expliquer cette relative préservation ?

      Depuis le premier cas de coronavirus sur le continent, le 14 février en Égypte, les experts nous prédisent un scénario effrayant. L’Afrique allait être rapidement submergée par la pandémie de Covid-19 avec à la clé un cataclysme sanitaire dans un continent pauvre au système de santé défaillant. L’Organisation mondiale de la Santé (OMS) appelle presque chaque jour le continent « à se préparer au pire ». Deux mois plus tard, le tsunami n’a toujours pas eu lieu, alors que les pays européens et les États-Unis sont violemment frappés.
      L’Afrique est le continent le moins touché par l’épidémie de coronavirus

      Avec 1.216 décès et 26.058 cas recensés au 22 avril, l’Afrique est le continent le moins touché par l’épidémie de coronavirus. L’Algérie, est le pays qui déplore le plus grand nombre de décès (402) devant l’Égypte, le Maroc et l’Afrique du Sud. Par comparaison, la France et ses 66 millions d’habitants a dépassé la barre des 20.000 morts du Covid-19. Alors pourquoi l’Afrique avec ses 1,2 milliard d’habitants semble échapper à l’épidémie ?

      Évidemment, le faible nombre de tests et le manque de données faussent en partie le bilan, le nombre de cas étant sans doute largement sous-estimé. Le chef du Centre africain de contrôle et de prévention des maladies, John Nkengasong, concède à l’AFP que, faute de tests, les statistiques ne sont pas parfaites. Mais il écarte l’idée que de nombreux cas passent sous les radars. « Les hôpitaux seraient envahis de malades, ce qui n’est pas le cas », confirme le médecin. D’autres facteurs peuvent en revanche apporter quelques pistes d’explication.

      Une longueur d’avance

      L’épidémie a gagné l’Afrique quelques semaines après l’Europe, permettant à ses dirigeants d’adopter des mesures préventives très en amont. « Avant même la détection des premiers cas de coronavirus sur le sol rwandais, nous avons pris très tôt des mesures d’hygiène qui ont été appliquées sur presque toute l’étendue du territoire », corrobore le docteur Sabin Nsanzimana, directeur général du Rwanda Biomedical Centre, à RFI. L’Afrique du Sud, la Tunisie, le Maroc et l’Algérie ont imposé un confinement et des couvre-feux avant que l’épidémie n’ait eu le temps de se propager.
      Une faible densité de population

      Avec 43 habitants par kilomètre carré, contre 181 en Europe de l’Ouest ou 154 en Asie du Sud-Est, l’Afrique demeure un continent faiblement peuplé dans la plupart des régions. Les habitants sont généralement concentrés dans les capitales, qui ont été très tôt confinées. En Côte d’Ivoire, le grand Abidjan est ainsi officiellement isolé du reste du pays depuis le 30 mars. Idem au Lagos, où les habitants des deux mégalopoles, Abuja et Lagos, ont interdiction de quitter la ville. Cette faible densité limite considérablement les contacts et donc la transmission du virus.

      Moins de circulation des personnes

      Contrairement à la plupart des pays occidentaux, de nombreuses régions africaines restent très isolées et vivent en quasi-autarcie. Le virus circule donc très peu dans la population. L’Afrique est également beaucoup moins touristique que l’Europe ou les États-Unis. Sur les 50 aéroports les plus fréquentés au monde, un seul est africain (celui de Johannesburg). L’Afrique ne compte pas non plus de diaspora importante comme la Chine ou l’Inde, qui doivent faire face au retour de nombreux étudiants revenant de l’étranger. Peu de grands mouvements de population ont d’ailleurs été constatés en Afrique subsaharienne.
      Une pyramide des âges beaucoup plus jeune

      Environ 60 % de la population africaine est âgée de moins de 25 ans. Or, le coronavirus frappe plus particulièrement les personnes âgées : en France, 75 % des personnes décédées du Covid-19 ont plus de 75 ans. L’Italie du Nord, région la plus touchée au monde, est aussi caractérisée par une très forte population âgée. « En Afrique, il n’y a plus de vieux à tuer sur le continent » résume sarcastiquement l’écrivain ivoirien Gauz, dans une tribune sur le site de Jeune Afrique. L’Afrique présente aussi un très faible taux d’obésité, qui est un facteur de risque majeur de mortalité au Covid-19.

      Une immunité pré-existante ?

      Une étude préliminaire du NHS (National Health Service) et de King’s College montre une corrélation négative entre les pays affectés par la malaria et ceux touchés par le Covid-19, qu’elle explique par un possible effet protecteur des traitements prophylactiques pour la malaria comme la chloroquine contre le coronavirus. Or, 93 % des cas de malaria sont enregistrés en Afrique, selon l’OMS. D’après une autre étude, c’est la vaccination systématique du BCG déployée en Afrique qui pourrait expliquer l’immunisation de la population. Les pays sans politique de vaccination universelle du BCG comme l’Italie et les États-Unis sont à l’inverse les plus touchés par le Covid-19, notent les auteurs. Des corrélations qui n’apportent toutefois aucune preuve de cause à effet.
      Famine, criquets, effondrement de l’économie : ces autres menaces bien plus concrètes

      Malgré ces atouts, l’Afrique risque pourtant de faire les frais de l’épidémie de Covid-19. Conséquence de la fermeture des frontières, des mesures de confinement et de la hausse des prix des denrées alimentaires, « le nombre de personnes menacées de famine en Afrique de l’Ouest pourrait quasi tripler en trois mois », a ainsi alerté l’ONG Oxfam le 21 avril. Une invasion de criquets fait également des ravages en ce moment en Afrique de l’Est. En Éthiopie, 200.000 hectares de terres agricoles ont été dévorées et un million de personnes ont désormais besoin d’une aide alimentaire d’urgence. La pandémie de coronavirus a également mis à l’arrêt la plupart des campagnes de vaccination contre la polio, la rougeole ou la diphtérie. En Afrique, le coronavirus est loin d’être la priorité des habitants.

      https://www.futura-sciences.com/alternative/amp/actualite/79699/?__twitter_impression=true
      #pyramide_des_âges #densité_de_population

  • Sur la couleur dans la représentation de données

    Voici une belle référence et très complète signalée Laurent Jégou (aka @ljegou) sur Twitter.

    Cette série de billets discute l’utilisation de la teinte, du choix par rapport aux types de données, leur thématique, leur format dans le contexte de la dataviz. Les billets partant de l’hypothèse que les choses ne sont pas si simples. Il ne s’agit de choisir un ton au hasard et de presser un bouton pour réaliser une figure utile.

    L’obtention d’une image efficace par une connaissance du rôle et des propriétés et fonctions des couleurs.

    Le résultat produit bien souvent une figure inutile erronée quand elle n’est pas erronée, parce qu’elle ne parvient pas à communiquer précisément sur les valeurs (qualitatives, quantitatives ou mixtes) des données sous-jacentes.

    Le but de la visualisation des données est bien de représenter par une image souvent une information qui n’est pas toujours directement visible, accessible pour résulter de calculs sophistiqués, comme ci-dessous pour modéliser les températures maximales.


    Six chapitres sont proposés pour y voir plus clair :

    Subtleties of Color
    Part 2 : The “Perfect” Palette
    Part 3 : Different Data, Different Colors
    Part 4 : Connecting Color to Meaning
    Part 5 : Tools & Techniques
    Part 6 : References & Resources for Visualization Professionals

    En savoir plus : https://earthobservatory.nasa.gov/blogs/elegantfigures/2013/08/05/subtleties-of-color-part-1-of-6

    Aussi ici visual.ly

    #cartographie #modelisation #climat #temperatures #surface #teinte #intensité #opposition_colorée #opacite #valeur #gamme #nuancier #espace #segmentation #echantillonnage

  • US to be hit worse than almost any other country by climate change, report says | The Independent
    https://www.independent.co.uk/environment/climate-change-global-warming-effects-country-us-india-saudi-arabia-a

    The research is the first time that researchers have developed a reliable set of data that allows each country to know just how much economic damage will be done by carbon dioxide emissions. And the surprising results show that considerable damage could be done to some of the world’s greatest powers.

    [...]

    And it also found that the damage being done worldwide by those emissions is significantly higher than in estimates used by authorities including the US government.

    Le pays qui fera les frais du réchauffement climatique révélé par des chercheurs - Sputnik France
    https://fr.sputniknews.com/sci_tech/201809241038222883-rechauffement-climatique-etude-differents-pays

    La première victime du réchauffement climatique sera les #États-Unis qui devront débourser 250 milliards de dollars par an pour parer aux conséquences, tandis que la Russie et les pays de l’Union européenne pourraient améliorer leur vie en cas de remontée des #températures moyennes.

    #climat #business

  • #Canicule : d’ici 2050, « des #températures records de l’ordre de 55 degrés dans l’Est de la #France »
    http://www.europe1.fr/sciences/canicule-dici-2050-des-temperatures-records-de-lordre-de-55-degres-dans-lest

    Pour le climatologue, le monde est présentement « au pied du mur ». « Dans la deuxième partie de ce siècle, on a des risques de canicules de plus en plus importants, y compris en France et sur l’ensemble de l’#Europe, qui est aussi un continent vulnérable », alerte-t-il. "Quand on regarde les températures en France, elles ne dépassent pas actuellement les 42-49 degrés. Dans un contexte de réchauffement climatique, dans la deuxième partie du siècle, on pourrait craindre des températures records de l’ordre de 50 degrés, voire 55 degrés sur l’Est de la France. On passe dans un autre monde", s’inquiète-t-il.

    #climat

  • Warming soils bad for #atmosphere - Climate News NetworkClimate News Network
    http://climatenewsnetwork.net/warming-soils-bad-atmosphere

    Rising #temperatures could cause soils to release carbon on a scale that has the potential to accelerate climate change, reports 26-year study.

    Soil #microbes' contribution to the carbon cycle in a warming world | EurekAlert! Science News
    https://www.eurekalert.org/pub_releases/2017-10/uoma-smc100417.php

    Over the course of the 26-year experiment still ongoing, the warmed plots lost 17 percent of the carbon that had been stored in organic matter in the top 60 centimeters of soil.

    #sols #carbone #climat

  • These Are the Crazy Climate Records from 2016 You Haven’t Heard Much About | Climate Central
    http://www.climatecentral.org/news/the-crazy-climate-records-from-2016-you-havent-heard-much-about-2170

    But there are other climate change-related records that have flown more under the radar. Several of those records were highlighted Thursday in the annual State of the Climate report, released in the Bulletin of the American Meteorological Society:

    For example, during August, ice-free areas of the Barents Sea (north of Norway and Russia) were up to 20°F (11°C) above average, a figure that stunned climate scientists.

    #climat #températures

  • Huge Arctic report ups estimates of sea-level rise : Nature News & Comment
    http://www.nature.com/news/huge-arctic-report-ups-estimates-of-sea-level-rise-1.21911

    Le réchauffement de l’Arctique plus rapide et plus dévastateur que prévu | ICI.Radio-Canada.ca
    http://ici.radio-canada.ca/nouvelle/1030107/rechauffement-climatique-arctique-fonte-changements-climat-meteo-sw

    Certaines des grandes constatations du rapport :

    L’océan #Arctique serait en grande partie libre de glaces pendant l’été d’ici 2030, ou même plus tôt.

    Les #températures dans l’Arctique montent deux fois plus vite qu’ailleurs sur la planète. À l’automne 2016, les températures moyennes dépassaient les normes saisonnières de 6 degrés Celsius.

    La fonte du #pergélisol, qui stocke environ 50 % du #carbone du monde, touche déjà l’infrastructure du Nord et pourrait rejeter des volumes importants de #méthane dans l’atmosphère.

    Les ours polaires, les morses et les phoques, qui dépendent des glaces de la #banquise pour leur survie, connaissent de plus en plus de stress et de perturbations.

    Les changements dans l’Arctique seraient à l’origine de changements météorologiques dans des régions aussi éloignées que le Sud-Est asiatique.

    #climat #réchauffement